domenica 1 novembre 2009

Nell'anno del Signore

Chi ha letto il mio profilo, sa perfettamente che tra i miei interessi c'è il cinema, e che i miei film preferiti sono quelli "vecchi".
I film vecchi, anche se qualcuno non è poi così vecchio, hanno un mordente che i più recenti non hanno. I film hollywoodiani sembrano magici, sia quelli a colori che quelli in bianco e nero, magici, fatati, persino gli attori hanno come un'aura.
Quando si dice che Hollywood era la fabbrica dei sogni è assolutamente vero! Per quei novanta minuti c'era realmente la possibilità di esulare la testa dai propri pensieri e permettersi di credere che forse da qualche parte si poteva vivere come in quei film.
Nei film italiani, più figli del neorealismo che altro, si respira tutta l'italianità, la poesia e anche la storia. Proprio mentre scrivo stanno trasmettendo su un canale di Sky cinema "Nell'anno del Signore" un film di Magni del '69.
La storia è legata alla nostra storia nell'epoca dei carbonari. Se dobbiamo fare un'analisi del film si potrebbe parlare per ore, ma io vorrei più semplicemente sottolineare un'altro aspetto.
Il cinema di adesso non vale nulla! O meglio molto poco.
Già l'argomento trattato è storico, dove ai moti carbonari viene unita una storia di fantasia che alla fine di tutto di non sembra neppure tale.
E poi come vengono sottolineate bene le posizioni, sia quella civile che quella della Santa Sede, l'aspetto quindi politico si rileva appena poiché si resta più fedeli alla storia che al proprio pensiero.
Nel corso del film non ci sono scene inutili, anche la misera battuta di una comparsa non è inserita a casaccio, invece, di recente, quante uscite gratuite e di cattivo gusto (se non volgari) troviamo.
Ora, quasi nel 2010, qual è quel regista che con con la stessa classe va a ripescare questi avvenimenti storici e con la stessa intelligenza li porta su grande schermo?
E poi qual è quel regista che non ci schiafferebbe il suo personale pensiero politico? Non mi meraviglierei se citassero comunque il nostro Presidente del Consiglio!
E per concludere: che attori sarebbero scelti?
In questo film anche la particina più piccola è affidata BENE a degli attori che poi ora si sono dilettati ad un teatro differente ad esempio: Pippo Franco.
Questo film vanta un cast eccezionale: Enrico Maria Salerno, Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Robert Hossein.
Adesso chi ci troveremmo?
Ci penso e ci ripenso non mi viene n mente nessuno!
Osservavo bene Ugo Tognazzi.
Lo ricordiamo ironico e dissacrante in "Amici miei", ma in questo ruolo esce tutta l'eleganza di una recitazione natuarale, intelligente e vera! E' un Cardinale e nei suoi gesti c'è tutta la pacatezza dell'uomo di Chiesa ma di QUELLA Chiesa, quella dell' 800, dove forse la fede non era la cosa più importante, in più recita con un accento veneto.
Ora cercherebbero un veneto e lo spessore del personaggio non sarebbe uguale.
Tognazzi recita con una dizione praticamente perfetta, bella, comprensibile e con una punta d'accento ma non diventa una macchietta.
Non parliamo di Manfredi e Sordi, che recitano in un "romano de borgata", eppure nè l'uno nè l'altro appare burino e volgare e la differenza tra Sordi (frate puro di cuore e unito alla Chiesa per fede) e Tognazzi ( Cardinale più uomo politico che uomo di fede) è netta sottolineata e nitida.
Se avrete l'occasione di andare a Roma e di fare un giro per Piazza del Popolo, dove c'è la porta praticamente dalla parte opposta alle Chiese gemelle, sulla parete sinistra c'è la targa che ricorda l'episodio narrato nel film (ho pubblicato nella foto la laide).
Che altro dire? La storia e i suoi ricorsi.... sperando che ciò avvenga anche nel cinema!

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